Il nuovo tecnico del Torino, Walter Mazzarri, si presenta ai media alla vigilia della sfida in programma domani contro il Bologna
Giornata di vigilia, quella che il Torino affronterà oggi a partire dall’ora di pranzo quando, sul campo del Grande Torino, Belotti e compagni svolgeranno la consueta seduta di rifinitura in vista della sfida di domani contro il Bologna. Ma oggi è soprattutto il giorno di Walter Mazzarri, arrivato sotto la Mole nella giornata di ieri per sostituire l’esonerato Mihajlovic e cercare di trascinare il Torino in Europa. Tra pochi minuti, infatti, il neo tecnico della formazione granata si presenterà in conferenza stampa per parlare non solo del suo arrivo sulla panchina del Toro ma anche, appunto, della sfida contro il Bologna. Ecco le parole del tecnico: “Le parole del presidente mi hanno caricato ulteriormente: non ero più abituato a sentire ripercorrere la mia carriera in maniera così precisa. Si è creato un grande feeling da subito con Petrachi e Cairo: nel calcio per me è importante il rapporto personale. Mi è venuta la pelle d’oca entrando al Filadelfia. Io ho bisogno di stimoli per rendere. E al momento sono carico ed emozionato. Sono rientrato in Italia con entusiasmo. Credo che questo potrebbe essere l’ambiente giusto per me e lo sentivo anche quando venivo qua a giocare contro il Torino. Non sono il tipo che fa proclami: a me piacciono i fatti, non le parole”.
Sulla squadra: “Io sono un allenatore a cui piace partire da giugno. I giocatori erano molto legati a Mihajlovic e giustamente erano frastornati, ma questo significa che sono ragazzi per bene. Ora li prego solo, e gliel’ho detto, di darmi la massima disponibilità. A me piace dare un’identità ala squadra. Un allenatore è come un artista, ognuno ha il suo canovaccio. Conosco bene gli schieramenti tattici. Ma col mio secondo pensavamo già di dare un’impronta a partire da domani. Il mio principio generale? Il calcio non è una scienza esatta, ma ci si può avvicinare. E’ ovvio che ci può essere l’imprevisto, ma se ognuno dà il massimo allora si potranno fare risultati. Tutto il gruppo deve aiutarmi, a partire dai magazzinieri, a far rendere questi ragazzi”. Sugli interventi tattici: “Partiamo dalle energie fisiche e dall’ascolto ai ragazzi: capire chi mi darà le garanzie per giocare domani contro il Bologna. Con Frustalupi cercheremo di capire questo e vedremo quali scelte fare. Iniziamo però tutti a pensare positivo: chi pensa positivo riesce a fare risultato. E chiedo anche al pubblico domani di dare il massimo: creare subito un corpo unico con questi tifosi che hanno una storia importante”.
Sulla carriera: “Io credo che si sia sempre vista la squadra di Mazzarri in campo. E questo non vuol dire 3-5-2 o 3-4-2-1. Vuol dire che la squadra sapeva cosa fare. Poi è ovvio che in certe occasioni ho lasciato spazio al talento,. Ma la cosa importante è avere sinergia con la squadra. Una volta ero considerato un agitato in panchina, ma provo solo a dare tutti gli stimoli ai miei ragazzi”. Su Petrachi e sul mercato: “Ognuno ha i propri ruoli in una società e io mi considero un dipendente importante. Il direttore, la società fa il mercato, io devo trasmettere gli stimoli alla squadra. I moduli? Credo di essere preparato per insegnarli tutti. Prima cercherò di mettere i migliori in campo, poi gli cucirò addosso i moduli. Poi arriverà il bel gioco, ma deve essere efficace per fare i risultati. Questo è un gruppo forte , ma finché non gli parlerò giorno per giorno non capirò che tipo di uomini sono. Io di mercato non ne parlerò mai con la stampa, lascerò fare alla società”. Su Niang: “E’ un ragazzo che conosco ed è fondamentalmente bravo. Deve dare a se steso la sensazione di poter dare risultati importanti. Deve capire che è arrivato il momento di dare tutto, anche in allenamento: le chance non sono eterne. E io cercherò di aiutarlo in questo e di farlo subito. Io curo molto i rapporti personali, anche se per adesso il tempo sarà poco. Migliorando il singolo, migliori la squadra”.
Sulla fase difensiva: “A me piacerebbe pressare altissimo, fare due tocchi e andare in gol, come il Barcellona. Ma noi dobbiamo guardare la realtà e chi ha vinto gli Scudetti ha sempre avuto la miglior difesa. Il mio Napoli, quando stavamo bene, veniva penalizzato solo dai contropiedi. L’importante, in ogni caso, sarà vincere. Per domani? E’ una partita da tre punti. Speriamo che con la positività e con un po’ di fortuna, quella che è mancata al Torino finora, arrivi il risultato. Cominciamo con gli episodi, domani, poi cominceremo a lavorare seriamente”. Sulla Nazionale: “No, nessuna delusione per la chiamata, sono stato contento della chiamata del Torino. In questo momento della carriera era importante arrivare qua: è la situazione migliore che poteva capitarmi”. Sugli obiettivi: “Dove ho inciso davvero ho avuto il tempo di lavorare. Bisogna fare fatti. Noi cresceremo se da oggi penseremo a fare al meglio la partita di domani, poi la correggeremo e penseremo a quella dopo ancora. Questo è il principio. E’ questa la programmazione: lavorare giorno per giorno, di partita in partita. Crescendo così, arriveranno i risultati. Anche con il mio Napoli all’esordio in Champions contro il City, abbiamo ragionato in questo modo. Per un allenatore è importante vere una società alle spalle: se mi avessero detto che Cairo se ne sarebbe andato nel giro di qualche mese, io non sarei venuto. E’ successo questo all’Inter: quando c’era Moratti, eravamo secondi in classifica, poi è cambiato tutto”.
Sull’anno in Inghilterra: “Nella vita, uno come me riceve soddisfazione dagli stimoli: in Italia avevo ricevuto tutto e allora ho provato l’esperienza all’estero, però mi è piaciuto di più tornare in Italia. Penso che la Premier mi avrebbe dato l’opportunità di continuare qui. Ultimo intervento da parte del presidente Cairo: “Vedevo il mister dall’esterno e trovavo una persona totalmente determinata che aveva in testa l’obiettivo di portare la squadra a fare risultato. Io lo conobbi in quanto, vedendo quanto aveva fato a Regio, mi sarebbe piaciuto portarlo a Torino. Poi non è successo. Ho visto una persona molto attenta al dettaglio e sono quelli che fanno la differenza in questo calcio di grande preparazione, in cui si sa tutto di tutti. Pur non conoscendolo bene, vedevo un essere umano totalmente finalizzato al far bene e vincere. Ci sono stati contatti anche prima che prendessimo Mihajlovic”.
credo che per alcuni dei nostri giocatori sia finita la pacchia…… troppa autogestione….. speravamo in un cambiamento gia’ con Sinisa ma ci siamo sbagliati. Spero nuovamente in questo allenatore che li faccia trottare e sudare i soldi che si guadagnano. Lavativi….. 1 ora e mezza di allenamento…… non fatemi dire… Leggi il resto »
Giocatori frastornati? Povere vedovelle!!
Malgrado il mio scetticismo riguardo a questa società e ai suoi obiettivi, chissà, non sia mai detto che Mazzarri non sia la persona giusta a questo punto. Boh? Verrà giudicato su quello che farà con noi. Quindi, benvenuto, buon lavoro e fortuna.